Congregazione della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo


La Congregazione della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo (in latino Congregatio a Resurrectione D.N.I.Chr.) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio (a lato lo stemma).

 

I membri di questa congregazione clericale, detti popolarmente Padri Resurrezionisti, pospongono al loro nome la sigla C.R.

 

La congregazione sorse per svolgere opera di apostolato tra i numerosi esuli e rifugiati polacchi giunti in Francia dopo il fallimento dell'insurrezione del 1830-1831 contro il dominio russo.

Bogdan Jański (nel ritratto a lato), tornato alla pratica religiosa sotto l'influsso del poeta Adam Mickiewicz e di Jean-Baptiste Henri Lacordaire, il 17 febbraio 1836 a Parigi iniziò a condurre vita comune insieme a Piotr Semenenko e Hieronim Kajsiewicz, anch'essi emigrati polacchi, dando formalmente inizio all'istituto.

Quando la Santa Sede iniziò a progettare la realizzazione di un "Collegio Polacco" per la formazione del clero da inviare in Polonia per l'educazione e il sostegno alla popolazione cattolica, Semenenko e Kajsiewicz si trasferirono a Roma per studiare presso il Collegio Romano (non vennero ammessi al Collegio di Propaganda Fide per motivi politici); Jański li raggiunse nel 1840, ma morì pochi mesi dopo il suo arrivo.

Ordinati sacerdoti nel 1841, Semenenko e Kajsiewicz emisero la loro professione dei voti presso le catacombe di San Sebastiano di Roma il 27 marzo 1842, solennità della Pasqua di Risurrezione (donde il titolo dell'istituto).

 

I Resurrezionisti ottennero il pontificio decreto di lode il 9 ottobre 1860 e le loro costituzioni vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 5 marzo 1902.

 

I Resurrezionisti, sorti originariamente per l'assistenza alle comunità di emigrati polacchi, si dedicano oggi all'apostolato parrocchiale ed educativo.

 

Sono presenti in Europa (Austria, Bulgaria, Germania, Italia, Polonia, Slovacchia, Ucraina), nelle Americhe (Bermuda, Brasile, Canada, Stati Uniti), in Australia e in Tanzania; la sede generalizia è a Roma.

 

 

(A lato l'effige della Madre delle Grazie di Mentorella, custodita presso l'omonimo Santuario)

 

La nascita della comunità religiosa dei Resurrezionisti

 

La persona di Gesù Misericordioso, con il cuore sempre aperto a ogni peccatore, Cristo Risorto che mostra i segni del suo glorioso passaggio attraverso la morte alla nuova vita eterna nella resurrezione é l’immagine perfetta della spiritualità della comunità religiosa dei resurrezionisti. Infatti la Congregazione della Resurrezione ebbe inizio in Francia, il Mercoledì delle Ceneri del 1836, quando un gruppo di convertiti polacchi: Bogdan Janski, Pietro Semenenko e Girolamo Kajsiewicz insieme agli altri compagni affittarono una casa a Parigi per fondare una nuova comunità dei laici, che condividono la loro vita pregando e lavorando insieme. 

 

Bogdan Janski (1807-1840) nato da genitori cristiani ed educato nelle scuole cattoliche, studiò all'Università di Varsavia e si laureò in giurisprudenza e amministrazione. Purtroppo fin dalla sua infanzia fosse segnato dalla mancanza della presenza del padre, soldato del Napoleone Bonaparte, e dalla separazione dei suoi genitori. Durante gli studi universitari si fece coinvolgere dai movimenti studenteschi, seguì la filosofia materialista e cominciò a vivere in maniera dissoluta rompendo ogni regola morale. Di conseguenza, come il biblico figlio prodigo, si allontanò dalla famiglia e dalla fede a favore della vita piacevole e divertente. La sua religiosità si indebolí ancora di più quando vinse una borsa di studio e partí per studiare economia in Francia ed in Inghilterra. Prima di partire per il viaggio da cui sposò la sua compagna d’infanzia Alessandra, incinta di un altro compagno. Con la moglie non si incotrarono mai più, perché Janski Bogdan non poteva ritornare in patria per le ragioni politiche. A Parigi fu travolto dalla vita dissoluta ddela grande città. Allo stesso tempo seguendo i suoi sogni passava da un movimento sociale all'altro alla ricerca di strade per realizzare una società ideale. Alla fine deluso dalle varie soluzioni che gli venivano proposte tornò finalmente alla Chiesa Cattolica. La sua stabile convinzione era che la verità si può trovare solamente nel Vangelo di Cristo e che l'unica soluzione efficace dei problemi personali e sociali viene data dallo stile di vita proposto dal Signore.

 

Janski, convertito dall’ateismo, dopo una lunga confessione generale, fu toccato dall’amore di Gesù misericordioso, che lo infiammò. Risorto dalla morte spirituale a dal peccato passí alla vita nuova in Cristo. Subito divenne l'apostolo del perdono e dell’amore incondizionato di Dio tra gli esuli polacchi rifugiati in Francia dopo la caduta dell'insurrezione del 1830 contro la Russia, che occupava il territoria della Polonia. Stefano Witwicki, amico di Janski, lo aveva descritto così: “ Uno degli emigranti, anima buona, Bogdan Janski, che si dedicava quanto poteva alla religione, alla ricostruzione della patria e alla salvezza del suoi connazionali, con grande premura e virtú, sembrava in mezzo agli esuli un piccolo apostolo che su un'isola appena scoperta fosse il primo ad introdurvi la cristianità. Quanti sforzi e fatiche doveva intraprendere, quanti discorsi e contrasti affrontare, quante lettere scrivere, quante frottole e cattiverie sopportare, quanta pazienza angelica doveva avere, prima di riuscire a convincere dall'irragionevolezza questo o quel compagno un po' repubblicano, un po' filosofo, a domarlo dall'arroganza, a correggerne i costumi, a condurlo alla Messa, a metterlo in fila accanto al confessionale! Se la storia della nostra emigrazione dovesse essere scritta bene, Janski occuperebbe un posto importante e bello. Egli influenzò forse piú di qualcun altro le menti e i cuori dei giovani, rivolgendoli verso l'amore di Dio, i buoni costumi e la santa fede cattolica. Le sue attività apostoliche erano ancora piú efficienti perché egli aveva esperienza delle vie dell'errore che prima aveva percorso personalmente. Una volta convertito, convertiva appassionatamente gli altri: con la sua dolcezza e bontà di rara qualità attirava tutti a sé, con la sua scienza e straordinaria abilità nelle materie della Chiesa li illuminava e con la vita devota ed esemplare li edificava“. Appena riusciva a guadagnare qualche soldo, lavorando come precettore e autore delle voci per le enciclopedie e i dizionari, immediatamente lo spendeva per il beneficio dei poveri profughi polacchi sparsi in tutta la Francia. Janski divenne un padre e fratello degli emigrati offrendo loro aiuto spirituale e materiale e risolvendo i loro problemi dell’alloggio, della residenza e del lavoro.

 

Janski fu pieno di idee e dei progetti che occupavano tante pagine del suo diario personale. Essendo un laico, era profondamente convinto della necessità di coinvolgere i laici nella missione della Chiesa , di renderli più responsabili e attivi su tutti i campi della sua vita. Janski era un uomo con una visione della Chiesa come una comunità di credenti uniti attorno a Cristo Signore e non come la struttura monarchico-gerarchica che non rispondeva alle esigenze dei fedeli nella società industriale. Perciò valutava con occhio critico la posizione della Chiesa, vincolata dal sistema feudale, riguardo alla sua relazione con la comunità umana. Scrisse: “L'attuale potere ecclesiastico non conosce le realtà sociali che esistono oggi“. La Chiesa, dipendente dai poteri mondani che opprimevano le nazioni, aveva bisogno di un risveglio, di una riforma che doveva realizzarsi tramite l'attività di un laicato credente e illuminato, per disperdere le paure e correggere la sbagliata interpretazione delle sue posizioni che sembravano essere lontane dallo spirito evangelico. Janski formulò i suoi postulati cosí: “Non limitare la vita della nostra fraternità ad una forma religiosa, ma attraverso diverse forme strettamente unite tra di loro, associarsi per introdurre le norme cristiane in politica, in educazione, in letteratura, in scienza, in arte, in industria, nei costumi, in tutta la vita pubblica e privata“.

Janski fu consapevole che i laici hanno bisogno della guida spirituale dei sacerdoti colti e preparati e si impegnò nel campo della formazione del clero. Per questo scopo egli mandó a  Roma due dei suoi confratelli e collaboratori piú stretti, Pietro Semenenko e Girolamo Kajsiewicz, che avevano espresso il desiderio di deventare sacerdoti. Essi allacciarono i contatti con la Santa Sede e fondarono il Collegio Polacco a Roma, per formare i nuovi sacerdoti per la Polonia.

 

Janski morì all’età di 33 anni poco dopo aver raggiunto i suoi confratelli a Roma. Dopo la sua morte il seme della Parola di Dio seminato da lui nei cuori dei suoi discepoli germogliò e cominciò a fiorire portando i frutti. Semenenko e Kajsiewicz insieme agli altri cinque fratelli ricevettero l'ordinazione sacerdotale e durante la Santa Messa nelle Catacombe di San Sebastiano, all'alba del giorno di Pasqua del 1842, fecero i voti religiosi nella comunità che non aveva ancora un nome. Comunque usciti dalle catacombe, sentendo le campane della chiesa che annunziavano il trionfo di Cristo sulla morte, decisero di prendere e di portare il nome della Resurrezione. P. Semenenko scrisse la prima Regola che esprimeva il carisma di Bogdan Janski. Così naque la famiglia dei Resurrezionisti chiamati a edificare le nuove comunità nel mondo travolto dalle rivoluzioni e dalla crisi dei rapporti social. Come scrisse P. Kajsiewicz: “Sentivamo bisogno della vita come in famiglia, legati da vincoli spirituali. Desideravamo intraprendere delle opere che richiedevano la continuità e l'ordine, e gli operai su cui potevamo contare. Perciò desideremmo di diventare una congregazione religiosa“.

 

Seguendo il consiglio del Papa Pio IX: “Organizzatevi così da poter fare il bene piú grande possibile per la Chiesa “ e obbedienti alle norme del diritto canonico i primi fratelli decisero di diventare una congregazione religiosa clericale. Anche se gli orizzonti del Fondatore erano molto più larghi, la Chiesa del XIX secolo non era ancora pronta ad accetare le nuove associazioni dei laici, perciò i discepoli di Janski furono costretti ad operare all’interno della struttura ecclesiastica esistente. Durante il Capitolo Generale del 1857 P. Semenenko denominò gli apostolati specifici della nuova Comunità dei Resurrezionisti sottolineando la pastorale parrocchiale intesa come l’edificazione della famiglia cristiana e l'educazione della gioventú come i principi fondamentali per la risurrezione spirituale della società. La Regola approvata dall'autorità ecclesiastica esprimeva il pensiero originale dei Fondatori interpretato secondo le norme canoniche della Chiesa. La piú recente versione delle Costituzioni è semplicemente un adattamento di questa Regola secondo lo spirito del rinnovamento post-conciliare.

 

La Congregazione della Resurrezione si è sviluppata come comunità internazionale e serve la Chiesa in Australia, Austria, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Canada, Germania, Isole di Bermuda, Israele, Italia, Polonia, Slovacchia, Tanzania, Ucraina e Stati Uniti. In Italia siamo presenti nel Lazio e nell’Abruzzo. Il posto che consideriamo più caro è il Santuario della Mentorella, che è diventato pure il rifugio segreto del Santo Papa Giovanni Paolo II e che è il centro spirituale della nostra comunità. Qui la Madre delle Grazie ci aiuta ad aprirci alla presenza del Suo Figlio Crocifisso e Risorto e a prendere la nostra croce per passare insieme a Lui dalla morte del nostro “io” alla risurrezione e vita. Sostenuti dalla presenaza di Maria, che ci dona il suo Figlio cerchiamo di essere i veri testimoni della vittoria di Cristo nel mondo.

 

(P. Damian Korcz, CR)

 

 

Carisma

 

Il nostro carisma ci è stato donato dal Signore Risorto tramite il nostro fondatore Bogdan Janski (1807-1840), un laico sposato, professore di economia ed ateo. Egli si è convertito dopo aver incontrato il Cristo Misericordioso, che gli ha fatto risorgere dalla morte del peccato ed egoismo per vivere la vita nuova nell’amore e nella libertà di un figlio di Dio. Per quel motivo noi risurrezionisti crediamo all'amore misericordioso e inesauribile di Dio per noi. Non abbiamo meritato quest’ amore. Siamo peccatori, eppure Dio continua ad attirarci a sé. Crediamo che Dio nel suo amore ci chiama alla conversione, cioè, a una risurrezione personale insieme con Gesù, ad una vita nuova permeata della presenza dello Spirito. Con Gesù moriamo a noi stessi quando affidiamo totalmente la nostra vita al Padre, rinunciando a qualsiasi cosa ci possa separare da lui. La potenza dello Spirito forma Gesù in noi e ci spinge a rispondere con amore all'amore grande del Padre per noi.

 

Crediamo che Dio ci chiama a vivere insieme come fratelli, condividendo i doni che abbiamo ricevuti, sostenendoci a vicenda, pregando e lavorando insieme per la sua gloria. Crediamo che Dio ci chiama a lavorare insieme per la risurrezione della società, portando a tutti la sua vita e il suo amore attraverso la nostra testimonianza personale, quella della nostra vita in comune e attraverso l'apostolato della nostra comunità, in particolare il lavoro parrocchiale ed educativo. Questo richiede anche che costruiamo e insegniamo ad altri a costruire una comunità cristiana nella quale tutti possono sperimentare la speranza, la gioia e la pace della Risurrezione di Cristo.

 

La Congregazione della Risurrezione annuncia e rende testimonianza del Mistero Pasquale. Convinti dell'amore incondizionato che Dio ha per noi, proclamiamo la liberazione e la salvezza di ogni persona e della società come un passaggio dalla morte alla vita, in cui ogni situazione di male e ingiustizia sia superata. Intendiamo chiamare gli altri, specialmente i giovani e le famiglie, a diventare delle comunità del Signore Risorto, dove la fede, la speranza e la carità brillino come segni dell'unione esistente con Gesù e con Maria, sua Madre, nella Chiesa.

 

Il nostro ministero pastorale ed educativo si estende a tutti, ma vogliamo essere particolarmente solidali con coloro che sono vittime di ristrettezze a causa di strutture ingiuste. Vogliamo essere vicini ai laici nel loro sforzo di diventare profeti per il mondo e di trasformarli, guidandoli in un'esperienza più profonda della dinamica pasquale nella loro vita. Come comunità internazionale vogliamo aiutarci nelle varie parti del mondo condividendo i nostri ministeri, le nostre esperienze e risorse. Condividiamo anche il desiderio del Cristo di accendere sulla terra il fuoco dell'amore divino nel cuore di ogni persona.

 

La nostra Congregazione della Risurrezione è una comunità religiosa maschile, internazionale, che esiste nella Chiesa Cattolica Romana dal 1836. Amministrativamente siamo divisi in tre provincie e una regione. Svolgiamo il ministero pastorale in quindici paesi del mondo. In Italia siamo presenti a Roma, a Pescara, alla Mentorella (Santuario Madre delle Grazie), a Montecelio e a Sant’Angelo Romano.

 

In quanto religiosi consacrati facciamo tre voti di povertà, di castità e di obbedienza. Realizziamo la nostra vocazione come sacerdoti, diaconi permanenti o fratelli laici. 

 

La Congregazione della Risurrezione, pur avendo certi apostolati preferiti, come cura pastorale delle parrocchie ed educazione della gioventù, rimane  sempre aperta alle ispirazioni dello Spirito di Dio. Per questo alcuni dei nostri membri insegnano, altri evangelizzano tramite il lavoro missionario (in Africa e in America del Sud), altri ancora predicano la Parola di Dio nella pastorale giovanile, nella pastorale degli adulti e in tanti altri modi.

 

La nostra Comunità è al servizio della Chiesa, ascoltando lo Spirito di Dio che ci chiama per andare lì dove Dio vuole averci a lavorare sulla risurrezione della società e sulla costruzione del Regno di Dio su questa terra.

 

(P. Damian Korcz, CR)

 

 


"Come membri di una congregazione dedicata al rinnovamento della società, attraverso la vita segnata dal Mistero Pasquale, annunziate con grande fervore la presenza del Salvatore in mezzo all'umanità di oggi e di ogni tempo. Il mondo ha bisogno della vostra testimonianza e del vostro zelo apostolico. Vi incoraggio a perseverare nel vostro impegno e vi assicuro il ricordo nelle mie preghiere"


Papa Giovanni Paolo II

Rom, 4 gennaio 1987


I nostri sacerdoti